Pubblichiamo di seguito il Manifesto in vista delle elezioni europee di giugno approvato dal Congresso UEF che si è svolto a Bruxelles il 25-26 novembre scorso.

PER UN'EUROPA FEDERALE

L'URGENZA DI SUPERARE GLI ATTUALI TRATTATI 

 
Le elezioni europee del 2024 sono destinate ad avere un'importanza straordinaria per l'Unione europea e i suoi cittadini. In gioco c'è il futuro dell'UE e la direzione da dare al processo di unificazione. Il disegno di un'Europa politica - legittimata direttamente dai cittadini europei e capace di agire con autorevolezza sulla scena internazionale e di realizzare con successo le profonde transizioni ecologiche e digitali sul piano industriale, economico e sociale - si contrappone al disegno delle forze nazionaliste, che ritengono che la politica debba essere appannaggio esclusivo degli Stati membri, unici titolari della sovranità, anche per quanto riguarda lo Stato di diritto. 

La realtà in cui viviamo, tuttavia, indica chiaramente l'urgenza di costruire una sovranità comune europea. Nel mondo assistiamo al ritorno delle potenze imperiali, la democrazia è in bilico anche negli Stati Uniti - che non sono più in grado di garantire la continuità della loro politica estera e delle loro alleanze - e ci troviamo di fronte alla sfida del cambiamento climatico, delle guerre, dell'instabilità finanziaria e della mobilità incontrollata delle persone; in questo quadro, la sovranità degli Stati europei e la loro capacità di azione politica sono più insignificanti che mai. 

Inoltre, l'aggressione della Russia all'Ucraina ha aperto un nuovo capitolo della nostra storia. Il tentativo di annientare un Paese democratico, che aveva già scelto il suo futuro in Europa, e di spazzare via il suo popolo attraverso una brutale invasione, rappresenta una sfida all'esistenza stessa dell'Unione europea e del suo progetto di pace. Tutto ciò rende ancora più necessario e urgente completare la costruzione dell'Unione Europea, per renderla forte e autorevole nella sua azione e capace di guidare il mondo democratico, anche grazie al modello politico e sociale che incarna. Il processo di unificazione europea è il vero nemico delle autocrazie, che si basano sul nazionalismo aggressivo, sulla tirannia, sul disprezzo della vita e della libertà umana, sul disprezzo dei diritti umani e sulla corruzione; ed è un processo che deve essere portato a termine, tornando alle radici del Manifesto di Ventotene. La minaccia è simile e allo stesso livello deve essere la risposta, attuando finalmente le riforme per dar vita a un'Europa federale. 

Non solo dobbiamo completare la nostra unità, creando meccanismi istituzionali adeguati, per rafforzare la convergenza dei nostri interessi economici e geopolitici e promuovere i nostri valori e le nostre libertà; ma dobbiamo innanzitutto sconfiggere politicamente il nazionalismo, che è tornato a portare la guerra nel nostro continente, creando istituzioni democratiche che non siano intaccate da questa malattia e che, al contrario, rappresentino un modello alternativo, anche per il resto del mondo.
  

Costruire un'Europa federale: a che punto siamo? 

La pandemia e la capacità dell'Europa di reagire in modo unitario e solidale hanno aperto la possibilità di un percorso virtuoso, che la Conferenza sul futuro dell'Europa ha tradotto, attraverso un processo di partecipazione democratica senza precedenti, in richieste e proposte concrete da parte dei cittadini. Queste si possono riassumere nella richiesta di un'Europa più capace di agire e più democratica e vicina ai cittadini, soprattutto attraverso il rafforzamento dei poteri di rappresentanza del Parlamento europeo. 

Tutte le istituzioni dell'UE si sono impegnate a dare seguito ai risultati della conferenza, ma è soprattutto il Parlamento europeo che si è fatto carico di chiedere l'apertura di una Convenzione per la revisione dei Trattati e di elaborare in Commissione Affari Costituzionali una proposta di riforma organica e profonda, approvata il 22 novembre.

Si tratta di proposte in grado di aprire un dibattito sulla fondazione di una vera sovranità europea democraticamente legittimata e di porre le condizioni per lo sviluppo di un potere politico europeo e per una sostanziale emancipazione dell'Unione dagli Stati membri. 

Siamo convinti, come UEF, che la necessità di avviare queste riforme, per dotare l'Unione Europea delle competenze, delle risorse e dei poteri adeguati per attuare le politiche comuni necessarie a difendere i valori, la sicurezza e gli interessi dei cittadini europei, debba essere al centro del dibattito della campagna elettorale europea. 

Chiediamo alle forze politiche e ai candidati di essere all'altezza del momento storico e politico e di avere la capacità di presentare ai cittadini la vera posta in gioco di queste elezioni, dando vita a un vero e proprio dibattito transnazionale per rafforzare la formazione di una coscienza comune europea sempre più profonda.
  

Le sfide future

L’allargamento

La brutale aggressione all'Ucraina da parte della Russia ha creato la necessità di accelerare il nuovo allargamento, in primo luogo ai Paesi dei Balcani occidentali, all'Ucraina e anche alla Moldavia e alla Georgia. 

La sfida di includere un ulteriore grande numero di membri sulla base di una nuova visione, molto più orientata alla geopolitica e alla sicurezza, implica la necessità di procedere parallelamente a importanti cambiamenti istituzionali per rendere i meccanismi decisionali e la struttura degli organismi europei adeguati a garantire un funzionamento efficace con 35 o più membri, senza il rischio di essere paralizzati o indeboliti. 

L'Unione Europea deve innanzitutto ai Paesi candidati - e ancora una volta in primo luogo all'Ucraina per la tragedia che sta vivendo - di non tradire le aspettative di adesione all'UE e di offrire la partecipazione a un progetto solido. 

In questo senso, l'estensione della procedura legislativa ordinaria (che implica anche il superamento dell'unanimità e del diritto di veto) e il rafforzamento del Parlamento europeo e della Commissione europea, indicano le condizioni indispensabili per far funzionare l'Unione e poter costruire una struttura su più livelli concentrici di integrazione intorno al nucleo dei Paesi che formano un'unione politica.
  

Le politiche necessarie  

L'Unione europea deve affrontare una molteplicità di sfide: 

- nell’economia 

- nelle politiche sociali 

- per l’ambiente 

- nella politica industriale 

- nella digitalizzazione e IA 

- nel settore dell’energia  

-  sulla salute 

- nell’istruzione 

- nella politica estera e di sicurezza 

- nella politica comune di asilo e migrazione 

-  nella difesa  

Lo sviluppo di politiche comuni in tutti questi settori è necessario per promuovere una società inclusiva, garantire la crescita sostenibile e preservare la qualità di vita che caratterizza il nostro modello. È inoltre indispensabile per sviluppare l'autonomia strategica, su cui si fonda la possibilità dell'esercizio della sovranità politica. 

A questo scopo sono necessarie la capacità di avviare una politica di investimenti pubblici per sostenere la riconversione di molti settori manifatturieri, l'espansione della ricerca e dell'innovazione nei settori strategici e l'intervento nelle aree territoriali e nei segmenti di popolazione più colpiti dalle transizioni in corso; nel campo dell'azione esterna, è invece necessaria da un lato la capacità di creare nuovi partenariati a partire dai Paesi del Mediterraneo e dell'Africa, e di contribuire alla creazione di un più ampio spazio di sicurezza, scambio e cooperazione che rifletta anche le legittime aspirazioni del Sud globale; dall’altro, di far emergere nuove istituzioni internazionali sovranazionali che possano promuovere il dialogo e la cooperazione, favorendo il commercio internazionale e la crescita sostenibile. 

Tutte queste politiche devono essere sviluppate innanzitutto a livello europeo, anche se possono essere articolate, ove necessario, a diversi livelli, sia nazionali che regionali/locali, secondo il principio di sussidiarietà in linea con i principi fondamentali del federalismo. 

Per questo è necessario dotare l'UE innanzitutto del potere di reperire autonomamente le risorse per promuovere e attuare direttamente le politiche quando hanno una dimensione europea; e quindi dotarla di una struttura decisionale democratica e di un'efficace capacità di governance. 

A tal fine sono necessarie alcune modifiche, che sono state anche al centro del dibattito durante l'elaborazione delle proposte di emendamento da parte del Parlamento europeo: 

- l'estensione delle competenze e quindi la possibilità di autonomia politica per l'Unione:

  1. a) competenze nel campo della politica ambientale e della tutela della biodiversità - un passo molto importante perché la tutela dell'ambiente ha applicazioni trasversali su un gran numero di altre politiche -;
  2. b) competenze concorrenti in materia di energia, industria, protezione civile, sanità e istruzione;
  3. c) rafforzamento della politica estera e di sicurezza attraverso l'estensione del voto a maggioranza nel Consiglio; 
  4. d) creazione di un primo nucleo dell'Unione della Difesa attraverso la creazione di unità militari di intervento rapido sotto un unico comando integrato;
  5. e) estensione del voto a maggioranza per l'adozione della decisione sulle risorse proprie e del quadro finanziario pluriennale, per consentire all'Unione di diventare padrona del proprio bilancio, che potrà essere utilizzato per perseguire i propri obiettivi e condizionare le azioni degli Stati membri attraverso politiche di condizionalità sul modello del GNE;
  6. f) l'introduzione del voto a maggioranza in seno al Consiglio per attivare la clausola di flessibilità di cui all'articolo 352 del TFUE, al fine di fornire all'Unione una base giuridica sussidiaria per l'adozione degli atti necessari al perseguimento dei suoi obiettivi; 

- il consolidamento di un modello essenzialmente bicamerale e il rafforzamento della Commissione europea (ribattezzata "Esecutivo"): 

  1. g) l'estensione della procedura legislativa ordinaria alla maggioranza delle decisioni, per cui il Parlamento eserciterà in modo permanente il ruolo di codecisore politico dell'Unione accanto al Consiglio, che dovrà prendere decisioni a maggioranza;
  2. h) l'attribuzione al Parlamento del potere di iniziativa legislativa e del diritto di avviare una procedura di infrazione presso la Corte di giustizia in caso di violazione del diritto dell'UE da parte di uno Stato membro;
  3. i) riforma della procedura di nomina del Presidente dell'Esecutivo, che diventa "Presidente dell'Unione";
  4. l) selezione del Presidente da parte del Parlamento, da confermare a maggioranza del Consiglio europeo;
  5. m) diminuzione del numero dei membri dell'Esecutivo, scelti su base politica dal Presidente stesso, tenendo conto dell'equilibrio demografico e geografico;
  6. n) riforma del Consiglio europeo, composto solo dai capi di Stato o di governo e dal Presidente dell'Unione (cioè l'Esecutivo europeo).
      

Sovranità, democrazia e stato di diritto 

Nel sistema attuale, la sovranità politica rimane una prerogativa - in ultima istanza - esclusiva degli Stati membri; la democrazia (intesa come controllo dei cittadini sulle istituzioni che esercitano il potere politico sulle decisioni relative a questioni che riguardano la loro vita) si esercita essenzialmente a livello nazionale. Sono i parlamenti nazionali a decidere su questioni che sono al centro della sovranità (e della vita dei cittadini).

Come spesso sottolineato dalla Corte costituzionale tedesca - ma non solo - il fatto che la sovranità sia esercitata democraticamente solo a livello nazionale pone dei limiti non solo alle istituzioni europee, ma anche alla possibilità di avere una vera democrazia europea nel sistema attuale.

Ciò significa che, per trovare modalità efficaci di rafforzamento della democrazia e della partecipazione democratica a livello europeo, l'unica possibilità è quella di rivedere l'attuale sistema politico-istituzionale europeo introducendo riforme fondamentali per impostare alcuni meccanismi federali all'interno dell'UE, rendendo effettivo il rapporto diretto tra cittadini e istituzioni europee (cfr. A. Hamilton, The Federalist, n.15) e realizzando così un cambiamento istituzionale di natura costituzionale.

Questa richiesta è anche quella emersa dalla CoFoE. I cittadini sono consapevoli che alcune delle questioni chiave al centro della sovranità non possono più essere adeguatamente governate dagli Stati membri e chiedono un'UE più forte, con maggiori poteri politici, ma chiedono anche una riforma più profonda della governance che consenta ai cittadini di controllare e influenzare il funzionamento delle istituzioni europee che regolano e influenzano le loro vite.

È inoltre necessario sottolineare che, in un momento di profonda crisi dei sistemi democratici, sfidati dalla crescente sfiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche - sfiducia sfruttata anche da poteri autocratici esterni interessati a indebolire l'Europa -, è necessario aumentare efficacemente la partecipazione politica dei cittadini europei. 

A questo proposito, un contributo fondamentale in termini di aumento della democrazia e del "sentimento europeo" tra i cittadini può essere l'introduzione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento europeo nel maggio 2022.

La scelta fondamentale per una vera democrazia europea rimane quindi quella di costruire una sovranità comune europea, che, mentre consente agli europei di affrontare efficacemente le sfide da cui dipende il loro futuro, crei i meccanismi istituzionali per dare ai cittadini il potere di scegliere le politiche che vogliono vedere sviluppate e di controllare il lavoro delle istituzioni europee responsabili di decidere e attuare tali politiche.

Questo è anche il vero modo per contrastare la pretesa dei governi illiberali di non avere alcun freno nell'intervenire nel proprio sistema giuridico-istituzionale nazionale, mettendo in discussione il rispetto dello Stato di diritto, il rispetto dei diritti fondamentali e i valori fondanti dell'Unione europea.

A questo proposito, le proposte di modifica dei Trattati adottate dal Parlamento europeo (che di fatto sta innescando il processo di riforma dei Trattati in quanto legittimo rappresentante di tutti i cittadini europei) sono un primo passo volto a raggiungere concretamente questo obiettivo, conferendo poteri diretti al Parlamento europeo e alla Commissione europea sotto il controllo del PE.

Inoltre, in base a queste proposte, la Corte di giustizia vedrebbe accresciuti i propri poteri di controllo sugli Stati membri. La nuova procedura prevista dall'art. 7 TUE prevede la possibilità per il Consiglio di denunciare a maggioranza una violazione dello Stato di diritto in uno Stato membro, sulla quale la Corte di giustizia dovrà pronunciarsi, imponendo, se necessario, multe consistenti. La Corte potrà inoltre esaminare i ricorsi preliminari sulla conformità dei progetti di legge ai Trattati su iniziativa del Parlamento.
  

L'impegno per un'Europa federale 

L'UEF ribadisce quindi il proprio impegno a sostenere la proposta del Parlamento europeo di avviare la revisione dei Trattati esistenti, per rispondere all'esigenza di approfondire la capacità democratica dell'Unione europea e rafforzarla nel suo potere d'azione. 

A questo proposito, l'UEF

- esorta il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a inserire nell’agenda dell’incontro del Consiglio europeo di marzo 2024 la richiesta del Parlamento europeo di approvare l’avvio di una Convenzione per la riforma dei Trattati;

- esorta i governi nazionali e i parlamenti nazionali a schierarsi a favore di una riforma dei Trattati dell’unione europea e a dare il via libera alla preparazione della Convenzione, come richiesto dal Parlamento europeo. 

Infine, in vista delle elezioni europee, l'UEF invita tutte le forze politiche e i candidati a sottoscrivere l'impegno per una profonda riforma dell'Unione Europea, al fine di attuare politiche europee che possano garantire ai cittadini il rispetto dei loro diritti politici, civili e sociali e contribuire alla costruzione di un ordine mondiale più stabile, più pacifico, più cooperativo e più solidale.

Bruxelles, 26 novembre 2023

 

  

L'Unità Europea

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